DAL BARATTO A BITCOIN: L'EVOLUZIONE DEL DENARO

28.05.2024

Tutti a scuola abbiamo studiato il baratto degli antichi come primordiale sistema di commercio (sebbene non esistano prove storiche), sostituito dalla moneta-merce in ottica di superamento del problema che Adam Smith chiamò "doppia coincidenza del bisogno" (in nordafrica alcune tribù usano ancora quantificare il valore in 'cammelli') e ancora dalla moneta metallica, principalmente argento e oro, quest' ultima meglio trasportabile, frazionabile, non falsificabile (forse), indeteriorabile e scarsa. 

Ma nel medioevo i mercanti, i quali pagavano e ricevevano pagamenti in monete d'oro trovavano più pratico depositarle presso gli orafi ottenendo da questi una ricevuta chiamata "nota di banco'; quando gli stessi mercanti avevano bisogno delle monete per effettuare un' altra transazione le riscattavano presentando quest'ultima.


Pian piano le persone acquisirono sempre più fiducia in questi pezzi di carta tanto da utilizzarle come dei moderni assegni x la compra-vendita al posto delle monete vere e proprie che divenivano quindi il 'collaterale' a garanzia (a tempo debito torneremo anche sul concetto di collaterale).
Gli orafi, notando che sempre più di rado le persone venivano a riscuotere i loro depositi aurei e che quasi sicuramente non sarebbero venuti tutti insieme, cominciarono a generare utili con le riserve in dotazione emettendo prestiti, creando così ulteriori note di banco non collateralizzate: nacquero, di fatto, le prime banche e la versione primordiale della moderna riserva frazionaria: quest'ultima sta ad intendere proprio il fatto che gli odierni istituti di credito non dispongono di tutto il capitale dei correntisti ma solo una piccolissima frazione stabilita dalla Banca Centrale (In Italia la riserva obbligatoria è dell'1 % sui depositi); il resto è investito al fine di produrre utili, con tutti i rischi del caso. 

Quando capita di sentire che una banca è fallita si è verificata una crisi di liquidità scaturita da un'allineamento di una serie di vulnerabilità nemmeno troppo remote come ad esempio una corsa agli sportelli dei correntisti che intendono prelevare i loro fondi, concomitante magari ad un'innalzamento dei tassi d'interesse che svaluta le dotazioni obbligazionarie in pancia all'istituto bancario stesso, costrette a liquidarle realizzando grosse perdite, ecc..


Col Bank Charter Act promulgato in Inghilterra nel 1844, si instaurò tra i più potenti Stati mondiali il cosiddetto Gold Standard (fatta eccezione per il 14-18 in cui venne accantonato da tutti tranne gli USA per sostenere le spese belliche del primo conflitto mondiale): ogni Nazione poteva stampare moneta per un livello pari alle riserve auree nazionali, ma siccome tale norma limitava lo sviluppo delle economie nazionali a causa della limitata disponibilitá materiale dell' oro, con la grande depressione del '29 emerse il fatto che gli Stati aderenti al Gold standard fecero più fatica a risollevarsi dalla crisi rispetto ai paesi non aderenti e, comunque gli Stati Uniti detenevano i 3/4 delle riserve auree mondiali, venne siglato nel '44 con accordi di Bretton Woods, il Gold Exchange Standard che sancí definitivamente la leadership statunitense emersa dalla seconda guerra mondiale ormai quasi terminata. Il nuovo ordine monetario mondiale prevedeva dunque che il dollaro fosse l' unica valuta convertibile in oro al tasso fisso di 0.35 usd l'oncia e che le valute fossero legate tra di loro a cambi fissi garantiti dal Fondo Monetario Internazionale appena formatosi.
Ma gli Stati Uniti, che inizialmente ebbero la facoltá di stampare enormi capitali da prestare agli Stati europei per la ricostruzione post bellica col cosiddetto Piano Marshall, si fecero prendere la mano, esagerando con la produzione di dollari per finanziare il riarmo nucleare, il programma spaziale e la guerra in Vietnam, facendo indispettire gli Stati europei i quali, forti di un ventennio di crescita incredibile conosciuta come "il miracolo economico", cominciarono a comprare oro per 12 mila tonnellate con la marea di dollari accumulati in Europa.


Nel 1971 il presidente americano Nixon, dunque, ammettendo che gli USA non avevano quantità d'oro congrue ai dollari in circolazione (l'aggregato monetario M2 statunitense crebbe da 300 miliardi di Gennaio 1960 a 700 miliardi di Agosto 1971), pose fine al Gold Exchange Standard, svincolando definitivamente l'emissione di moneta dalle riserve auree delegando questa volta i governi nazionali ad impartire le politiche monetarie alle banche centrali, slegando inoltre le monete nazionali dai cambi fissi verso la fluttuazione legata agli scambi di mercato (il cosiddetto mercato Forex).

E qui venne definitivamente meno il concetto di collateralizzazione del denaro e valore intrinseco di esso in quanto non piú correlato a nulla se non ad un atto di fede nei comfronti di un garante politico.

In Europa, per i paesi aderenti alla moneta unica, dal 1998 è la BCE ad emettere Euro, un organismo sovranazionale con autonomia decisionale con sede a Francoforte in Germania.

Sull'impalcatura ideologica della Scuola Austriaca di Economia e del movimento cypherpunk naquero, a partire dal 1990 sistemi di pagamento elettronici alternativi culminati con l'avvento di Bitcoin nel 2008. Bitcoin è la prima rete di pagamento trustless, permissionless, open source, decentralizzata, resistente alla censura, garante della privacy.

Dopo una prima fase in cui le istituzioni finanziarie tradizionali hanno dapprima ignorato, poi osteggiato il fenomeno, per ovvie ragioni di perdita di monopolio, oggi Bitcoin è regolamentato ed integrato in quasi tutti i paesi del mondo. Si stimano, al momento della stesura, circa 200 milioni di possessori di bitcoin.